Nel palazzo di re Anno c'era grande agitazione... Si annunciava l'arrivo della Primavera, una signora un pò pazzerella: un momento gaia come un raggio di sole, un momento arcigna come una nuvola grigia.Tutti volevano far bella figura e i dodici figli dell'anno si davano un gran da fare per offrirle un dono degno della sua importanza. Il primogenito preparava un diadema con ghiaccioli purissimi:stelle di neve e aghetti di brina; il sesto figlio fondeva nel crogiuolo l'oro delle spighe per preparare una collana di rubini papaveri e ametiste di fiordalisi Del quarto mese non si sapeva nulla, girellava in giardino con aria misteriosa e nessuno riusciva a cavargli una parola di bocca. E venne il giorno tanto atteso:la bella signora scese dalla carrozza e mosse i primi passi nel parco della reggia. Allora nelle aiuole, sulle siepi, nei prati come ad un tocco di bacchetta magica sbocciarono l'una dopo l'altra a migliaia le corolle variopinte di tutti i fiori. La Primavera non finiva di incantarsi e di lodare. Il quarto mese inchinato dinnanzi a lei offriva il suo dono di colori e di profumi. La Primavera lo volle al suo fianco: Tu sarai mio paggio - gli disse - e ti chiamerai Aprile, colui che apre i boccioli e le gemme al mio passaggio. Aprile rideva di gioia e aveva negli occhi i lucciconi della commozione.